Cassazione Annulla Cartella Esattoriale sotto i 1000euro. I dettagli dei legali

CARTELLE ESATTORIALI come contestare o rateizzare contro AdER

Con una sentenza rivoluzionaria, n. 11817 del 18 giugno 2020,  la Corte di Cassazione a proposito di cartelle esattoriali notificate a tanti cittadini italiani, ha di fatto condonato molte posizioni debitorie nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Secondo la Suprema Corte, l’ipoteca fiscale (cioè l’atto di ipoteca iscritta nei confronti dei debitori del Fisco), non costituisce diritto all’esecuzione forzata, vale a dire i pignoramenti. Questo vuol dire che la Pubblica Amministrazione non ha giustificato motivo per pignorare o espropriare i beni dei debitori, anche se ha già provveduto ad iscrivere una specifica ipoteca, e soprattutto a prescindere se il debitore risulta in grado di pagare. Pertanto la sentenza della Cassazione stabilisce che l’ipoteca fiscale non costituisce, in realtà, atto dell’espropriazione forzata, ma va riferita ad una procedura alternativa all’esecuzione stessa, che può essere effettuata anche senza la necessità di procedere alla notifica dell’intimazione.

La Cassazione specifica che per procedere nei confronti del cittadino insolvente e debitore, l’Agenzia delle Entrate deve notificare l’intimazione, che si prescrive entro un anno dalla notifica. Di conseguenza molti debiti insoluti verso l’Erario si sono rivelati ormai prescritti.

Secondo la Suprema Corte, il contribuente che ha un conto in sospeso con il Fisco ha diritto al saldo e stralcio del debito fino a 1.000 euro. E’ importante precisare che non sarà stralciato l’intero importo della cartella, ma solo il debito vero e proprio. Resterà quindi escluso dallo stralcio il costo del recupero.

La sentenza della Corte di Cassazione interessa solo i ruoli iscritti tra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2010, e sottolinea che l’annullamento riguarda capitale, interessi legali e sanzioni, escludendo gli interessi di mora applicati dall’Agenzia di Riscossione.

E’ importante ricordare che il limite di 1.000 Euro fa riferimento ai singoli debiti maturati verso l’Erario. Se una cartella che supera questo limite fosse la somma di più posizioni debitorie inferiori a 1.000€, l’intero importo della cartella sarebbe da ritenersi annullato.

Questo vale anche per importi superiori ai 1.000 €, poiché l’annullamento delle cartelle verrà applicato sulla base di tre elementi:

  • la sorte capitale;
  • gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo;
  • sanzioni e interessi legali.

La mora applicata dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, invece, rimane sempre a carico del contribuente,  e per carico s’intende:

La singola partita di ruolo, cioè l’insieme dell’imposta, delle sanzioni e degli interessi accessori. Ne discende che oggetto del condono è il singolo debito e non l’importo complessivo della cartella”.

Facciamo un esempio di scuola per semplificare: se una cartella esattoriale da 4.000 Euro è costituita da 5 diverse posizioni, ciascuna di importo inferiore a mille Euro, il contribuente debitore si vedrebbe annullare l’intera cartella e potrebbe stralciare l’intero debito semplicemente pagando gli interessi di mora e i costi sostenuti per la gestione del debito.

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